1) la nuova trasmissione digitale del Grande Organo
Come abbiamo già mostrato, la vecchia parte elettromeccanica di trasmissione, che ha funzionato per quasi mezzo secolo, aveva bisogno di essere attentamente manutenzionata e, per alcuni componenti deteriorati dall’uso, (in massima parte si trattava di contatti) bisognava effettuarne la sostituzione.
La ditta Corno ha valutato attentamente il problema poiché, dopo tanti anni d’uso, anche effettuando le operazioni manutentive previste alla parte elettrica, quest’ultima con poche probabilità avrebbe funzionato discretamente ancora per molto tempo. Dopo queste valutazioni, che prevedevano senza ombra di dubbio di dover riprendere in mano ancora la parte elettrica fra qualche anno, abbiamo consigliato alla parte committente nella persona di Mons. Bruno Molinari (che bisogna ammettere ha compreso da subito il problema), il rifacimento completo di tutta la vecchia trasmissione elettrica sostituendola con una moderna di tipo digitale.
I nostri consigli sono stati intelligentemente seguiti; le migliorie infatti avrebbero interessato anche la consolle che avrebbe acquisito un nuovo stile, una nuova disposizione dei registri e avrebbe anche migliorato sensibilmente le prestazioni per la comodità e la fruibilità a beneficio degli organisti e di tutto lo strumento.
A titolo di esempio possiamo citare che è possibile con il sistema digitale invertire a piacere la disposizione dei manuali passando la prima tastiera (grand’organo) sul secondo manuale; altra miglioria che vale la pena di segnalare è la memorizzazione delle 103 placchette in 8 combinazioni portando questa funzione chiamata “combinazione aggiustabile” a poter memorizzare 1.592 condizioni diverse utilizzando un tastierino telefonico (sequenziatore) collocato sul frontale della consolle. Altre opzioni sono comunque disponibili a richiesta dietro sostituzione o modifica del software dedicato.
Ultima possibilità che fornisce questo sistema è quella di poter suonare l’organo da più consolle diverse senza grandi problemi nei collegamenti. Infatti il sistema digitale impiegato utilizza per la trasmissione dei dati una linea seriale a quatto soli conduttori (è un cavetto schermato che ha il diametro di una matita) mentre nella precedente versione elettromeccanica i fili collegati erano diverse centinaia! Lascio all’immaginazione personale quali potevano essere le dimensioni del cavo di collegamento!
Con il sistema digitale è così possibile avere, per esempio, un’altra consolle movibile nelle vicinanze dell’altare o in chiesa con due semplici piccole prese: una per la linea seriale (bus dati) e una per l’accensione remota dei corpi d’organo che comprende anche l’attivazione delle luci del leggio e della pedaliera.
La lunghezza massima ammissibile del cavo seriale è di 1000 metri che rende possibile l’impiego di questo sistema in ogni chiesa del mondo. Nella fotografia possiamo osservare uno dei tre decodificatori (chiamati anche ricevitori) che verranno montati uno per ogni organo; il decodificatore di quest’immagine è quello del grand’organo. I fili da collegare alle schede elettroniche sono in totale 297.
Queste apparecchiature elettroniche vengono progettate e costruite dalla SPRAE; un’azienda artigiana con sede nel Vimercatese che ha già al suo attivo diversi e importanti lavori di questo tipo.
2) i decodificatori dell’organo Espressivo-Positivo (sopra) e Corale-Recitativo (sotto) prima di essere collegati
Il fili da collegare alle schede elettroniche sono in totale 218.
Il fili da collegare alle schede elettroniche sono in totale 161.
3) iniziano i lavori di collegamento elettrico al secondo organo
La prima operazione da compiere è quella di selezionare tutti i vari comandi che devono rispettare la stessa progressione prevista nelle schede elettroniche di uscita. I fili vanno quindi scelti provandoli ad uno ad uno e contrassegnandoli filo per filo con un cartellino.
La fase successiva sarà quella di disporli e saldarli nelle schede elettroniche di uscita. I fili da collegare sono 218; in questa immagine possiamo osservare una parte del cavo di collegamento dopo avere contrassegnato una buona parte dei fili.
4) seconda fase dei collegamenti al centralino decodificatore dell’organo Espressivo-Positivo
Alcuni fili sono stati disposti su una delle schede di uscita. Ogni filo è stato inserito in un tubetto isolante, successivamente legato con un apposito cordino in modo da separare filo per filo e rendere in questo modo il cablaggio perfettamente ordinato e comprensibile.
5) completamento dei collegamenti del centralino decodificatore dell’organo Espressivo-Positivo
Dopo il paziente lavoro di cernita, di legatura e di saldatura di ogni filo, tutti i collegamenti del centralino decodificatore dell’organo Espressivo-Positivo sono stati completati.
Nell’immagine possiamo osservare come si presenta il cablaggio a opera finita; come si può constatare la disposizione dei fili è indubbiamente pulita e ordinata.
Anche se oramai poche persone ritengono non più significative queste finiture; la nostra ditta invece tiene in modo particolare a queste ultime poiché, oltre a facilitare ogni intervento in caso di guasto, conferiscono complessivamente un ottimo risultato estetico finale. Questo è indubbio sinonimo di cura nello svolgere anche la più piccola attività con la massima precisione possibile.
6) collegamento finale delle schede elettroniche di uscita dell’organo Corale-Recitativo
Ovviamente anche il centralino decodificatore dell’organo Corale-Recitativo richiedeva le stesse operazioni di cernita dei fili, formazione del cablaggio e infine il collegamento finale delle schede elettroniche di uscita.
Nell’immagine possiamo osservare la prima operazione, si tratta di quella della cernita dei fili.
7) i lavori per il centralino dell’organo Corale-Recitativo sono stati ultimati; nell’immagine si vede il risultato finale
Per completezza di informazione specifichiamo che le schede elettroniche mancanti, situate nella parte terminale destra della scheda madre, sono quelle riguardanti i registri Campanelli e Tromba orizzontale 8p.; verranno aggiunte conseguentemente quando si deciderà per la costruzione dei rispettivi registri. Per ora ne è stata prevista la sola predisposizione elettrica nel centralino elettronico di controllo.
8) l’impianto elettrico viene realizzato manualmente, al di fuori dei normali canoni tecnico-impiantistici attuali
A causa della particolare costruzione della componentistica elettrica dell’organo, risulta impossibile realizzare un impianto elettrico utilizzando i normali canoni tecnico-impiantistici attuali.
L’impianto elettrico deve quindi essere attentamente formato, tutto in modo manuale, attorno alla struttura disponendo filo per filo nelle estreme vicinanze di ogni elettromagnete utilizzatore.
Per ottenere questo, si deve costruire una dima di legno per ogni cavo; questa dima deve avere le stesse misure di dove andrà collegato il cavo medesimo; successivamente si potrà così formare filo per filo su di un banco di lavoro, questo cavo di collegamento. Una volta che il cavo di alimentazione è stato costruito, ogni filo viene prima arricciato e successivamente collegato a ogni terminale avvolgendolo attorno al terminale stesso (solitamente è una spina in ottone svizzero).
La lunga vita di questi impianti (teniamo presente che il precedente è durato mezzo secolo) e la bassa tensione a cui sono sottoposti (16Vcc) sconsiglia di adottare morsetti elettrici. Ogni terminazione elettrica, una volta collegata, deve infatti essere successivamente saldata per garantire l’impossibilità che si verifichino nel tempo, falsi contatti causati in maggior parte dall’ossidazione dei metalli. In quest’immagine possiamo osservare Serafino Corno durante la fase di posa del cavo che comanderà il somiere maestro di destra del Grand’Organo.
9) fase di saldatura dei terminali di uno dei nuovi cavi di collegamento installato sul somiere di facciata del Grand’organo
L’altro terminale dovrà essere saldato al decodificatore.
10) si procede al collegamento del decodificatore del Grand’organo
Al termine della stesura dei cavi necessari all’alimentazione degli elettromagneti si procede, come abbiamo già visto per il secondo organo, al collegamento del decodificatore del Grand’organo.
È il centralino ricevitore più grande fra i tre; consta di 10 schede elettroniche di uscita. Da questa immagine si può osservare che una parte delle schede da 32 uscite ciascuna è già stata collegata.
Ricordo agli interessati che ogni filo deve essere scelto fra tanti provando fisicamente il funzionamento del collegamento facendo suonare la canna correlata. Ciò è necessario per fugare ogni dubbio sulla correttezza del collegamento in quanto ogni filo deve essere prima legato singolarmente e successivamente saldato.
Per questo motivo bisogna prestare la massima attenzione ad evitare errori poiché, in tal caso, si deve riprendere tutto da capo. Pertanto, per collegare una singola scheda con un cablaggio perfetto, anche dal punto di vista estetico, occorrono varie ore di lavoro che, nella maggioranza dei casi, viene svolto stando in ginocchio.
11) legatura del cavo, per ogni filo di uscita, in modo da rendere il cablaggio ordinato e perfetto
Dopo avere collocato ogni filo al proprio posto di collegamento si effettua la paziente legatura del cavo, per ogni filo di uscita, in modo da rendere il cablaggio perfetto sia dal punto di vista dei collegamenti come anche ordinato dal lato estetico.
12) terminata la legatura del cavo si tagliano e spelano tutti i fili della stessa misura utilizzando una dima di legno
Nell’immagine vediamo il risultato finale delle operazioni appena descritte.
13) ultimata la spelatura “in misura” dei fili si provvede a collocarli negli appositi punti di collegamento per essere saldati
Nell’immagine possiamo osservare la saldatura a stagno.
14) il risultato finale del lavoro svolto per i collegamenti elettrici di una scheda
15) il risultato finale del lavoro svolto per i collegamenti elettrici del centralino decodificatore del Grand’Organo
Chiunque può facilmente osservare che il tutto è stato collegato in modo pulito e ordinato.