Un rarissimo carica accumulatori per organi a canne

Figura 1Il carica accumulatori descritto nell’articolo a lavori di restauro ultimati.

In questo articolo tratterò il restauro di un carica accumulatori (che sono erroneamente confusi con le batterie) per organi a canne (Vedi Fig.1) davvero molto particolare e anche molto raro. Anticipo da subito che l’apparecchio mi è stato ceduto da un carissimo amico nonché organaro modenese; sicuramente molti di voi lo conosceranno; la persona a cui mi sto riferendo è Alessandro Giacobazzi (Vedi Fig.2).

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L’azienda Edison e la storia della rete elettrica della città di Milano
che permise la costruzione del primo organo ad alimentazione elettrica d’Italia (F.lli Aletti 1903)

L’anello di congiunzione fra l’arte organaria del passato e l’arte organaria del presente.

I fenomeni elettrici e la storia dell’elettricità sono da sempre stati una mia grande passione che tutt’ora prosegue con un sempre maggiore interesse rivolto a questo campo tecnologico.

Parallelamente alla citata passione elettrica convive con lo stesso interesse e lo stesso ardore l’altra mia grande passione: quella per gli organi a canne.

Mio padre e tutta la mia famiglia sono infatti dediti da sempre a quest’arte tecnologico-musicale le cui conoscenze tecnico-pratiche provengono per una considerevole parte, dalla secolare ditta Aletti di Monza in cui mio padre Alessandro Corno (22 agosto 1926 – 19 marzo 2017) vi ha lavorato. (Vedi Fig.1)

Alessandro Corno al lavoro nel suo laboratorio verso gli anni ’80 del secolo scorso.
Figura 1 – Alessandro Corno al lavoro nel suo laboratorio verso gli anni ’80 del secolo scorso.

Molti di voi si chiederanno quale nesso abbiano l’elettricità con gli organi a canne. Vi posso assicurare che se avrete la pazienza e l’interesse di leggere questa mia ricerca storica ve ne renderete conto personalmente.

La ditta Fratelli Aletti di Monza nacque nel lontano 1849 e, non riuscendosi a risollevare dopo il secondo conflitto mondiale, chiuse i battenti alla fine di Dicembre del 1947 dopo quasi un secolo di attività. (Vedi Fig.2 e Fig.3)

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che permise la costruzione del primo organo ad alimentazione elettrica d’Italia (F.lli Aletti 1903)”

I restauri dell’Organo Idraulico di Villa d’Este (Tivoli) di Giulia Garompolo

Per gentile interessamento del Prof. Giorgio Farabegoli e con la cortese autorizzazione del Presidente AMMI Sig. Franco Severi nonché dell’autrice Sig.ra Giulia Garompolo, pubblico con piacere questo singolare articolo che descrive l’organo idraulico di Villa d’Este a Roma. Ritengo infatti che lo strumento e la particolarità dell’argomento siano poco conosciuti e quindi estremamente interessanti per i musicisti e per gli appassionati.

A fine pagina troverete la scansione dell’omonimo articolo che è stato pubblicato sul N°2/2019 della rivista “L’antico Organetto” edita dall’ Associazione Italiana di Musica Meccanica (AMMI).

Rivolgo i miei personali ringraziamenti alla Sig.ra Giulia Garompolo e agli amici Franco Severi e Giorgio Farabegoli.

               Serafino Corno

L’organo di villa d’Este a Tivoli (RM)
Figura 1 – Sullo sfondo l’organo di villa d’Este a Tivoli (RM)

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Enrico Aletti, Laukhuff e la piccola boccetta del 1939

Tutto questo scritto e la conseguente ricerca storica sono partiti da una piccola boccetta in vetro datata 1939 (Vedi Fig.1) rinvenuta in una scatola fra il materiale storico-tecnologico di Enrico Aletti che i figli Giovanni e Angela mi consegnarono nell’oramai nota donazione effettuata nel 2009/2010.

Figura 1 - La bottiglietta del 1939 con il liquido di Laukhuff per saldare le canne
Figura 1 – La bottiglietta del 1939 con il liquido di Laukhuff per saldare le canne

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L’arte e la tecnologia organaria affascinano gli studenti della classe II° M dell’istituto G. B. Grassi di Lecco

Il titolo di questo breve articolo descrive già abbastanza chiaramente il risultato molto positivo ottenuto durante la visita effettuata dai ragazzi della II°M del liceo scientifico musicale G.B. Grassi di Lecco presso la ditta dell’amico Luca Scotti nonché presso il Museo di Arte Organaria di Crema.

La visita a questi siti è stata possibile tramite l’interessamento del sottoscritto e per merito dell’impegno prestato dell’organista Flavia Crotta, docente di musica degli studenti, in seno alle attività “scuola-lavoro” previste dall’attuale normativa scolastica.

La giornata ha coinvolto i ragazzi con una prima visita al Museo di Organaria di Crema, unico museo in Italia dedicato a questa tematica, dove il direttore Sebastiano Guerini ha fatto direttamente da cicerone spiegando con semplici esempi pratici come funziona un organo a canne.

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