Il ritrovamento di un importantissimo documento storico.
Anche se i ringraziamenti vengono esplicitati sempre alla fine, vista l’importanza del ritrovamento, è mio preciso dovere iniziare questo articolo proprio con i ringraziamenti rivolti Prof. Matteo Marni(Vedi Fig.1); una persona davvero speciale senza il quale questo mio articolo ma soprattutto questa importantissima, sconosciuta ed eccezionale parte della storia organaria italiana, non si sarebbe mai potuta raccontare.
Figura 1 – Il giovane Musicologo Prof. Matteo Marni seduto all’organo della Chiesa Prepositurale di Merate. Organo progettato e costruito dalla ditta Alessandro Corno nell’anno 2006.
Figura 1 – Il carica accumulatori descritto nell’articolo a lavori di restauro ultimati.
In questo articolo tratterò il restauro di un carica accumulatori (che sono erroneamente confusi con le batterie) per organi a canne (Vedi Fig.1) davvero molto particolare e anche molto raro. Anticipo da subito che l’apparecchio mi è stato ceduto da un carissimo amico nonché organaro modenese; sicuramente molti di voi lo conosceranno; la persona a cui mi sto riferendo è Alessandro Giacobazzi (Vedi Fig.2).
L’anello di congiunzione fra l’arte organaria del passato e l’arte organaria del presente.
I fenomeni elettrici e la storia dell’elettricità sono da sempre stati una mia grande passione che tutt’ora prosegue con un sempre maggiore interesse rivolto a questo campo tecnologico.
Parallelamente alla citata passione elettrica convive con lo stesso interesse e lo stesso ardore l’altra mia grande passione: quella per gli organi a canne.
Mio padre e tutta la mia famiglia sono infatti dediti da sempre a quest’arte tecnologico-musicale le cui conoscenze tecnico-pratiche provengono per una considerevole parte, dalla secolare ditta Aletti di Monza in cui mio padre Alessandro Corno (22 agosto 1926 – 19 marzo 2017) vi ha lavorato. (Vedi Fig.1)
Figura 1 – Alessandro Corno al lavoro nel suo laboratorio verso gli anni ’80 del secolo scorso.
Molti di voi si chiederanno quale nesso abbiano l’elettricità con gli organi a canne. Vi posso assicurare che se avrete la pazienza e l’interesse di leggere questa mia ricerca storica ve ne renderete conto personalmente.
La ditta Fratelli Aletti di Monza nacque nel lontano 1849 e, non riuscendosi a risollevare dopo il secondo conflitto mondiale, chiuse i battenti alla fine di Dicembre del 1947 dopo quasi un secolo di attività. (Vedi Fig.2 e Fig.3)
Per gentile interessamento del Prof. Giorgio Farabegoli e con la cortese autorizzazione del Presidente AMMI Sig. Franco Severi nonché dell’autrice Sig.ra Giulia Garompolo, pubblico con piacere questo singolare articolo che descrive l’organo idraulico di Villa d’Este a Roma. Ritengo infatti che lo strumento e la particolarità dell’argomento siano poco conosciuti e quindi estremamente interessanti per i musicisti e per gli appassionati.
A fine pagina troverete la scansione dell’omonimo articolo che è stato pubblicato sul N°2/2019 della rivista “L’antico Organetto” edita dall’ Associazione Italiana di Musica Meccanica (AMMI).
Rivolgo i miei personali ringraziamenti alla Sig.ra Giulia Garompolo e agli amici Franco Severi e Giorgio Farabegoli.
Serafino Corno
Figura 1 – Sullo sfondo l’organo di villa d’Este a Tivoli (RM)
Tutto questo scritto e la conseguente ricerca storica sono partiti da una piccola boccetta in vetro datata 1939 (Vedi Fig.1) rinvenuta in una scatola fra il materiale storico-tecnologico di Enrico Aletti che i figli Giovanni e Angela mi consegnarono nell’oramai nota donazione effettuata nel 2009/2010.
Figura 1 – La bottiglietta del 1939 con il liquido di Laukhuff per saldare le canne