Il ritrovamento di un importantissimo documento storico.
Anche se i ringraziamenti vengono esplicitati sempre alla fine, vista l’importanza del ritrovamento, è mio preciso dovere iniziare questo articolo proprio con i ringraziamenti rivolti Prof. Matteo Marni (Vedi Fig.1); una persona davvero speciale senza il quale questo mio articolo ma soprattutto questa importantissima, sconosciuta ed eccezionale parte della storia organaria italiana, non si sarebbe mai potuta raccontare.
Devo ammettere che la fortuna, davvero poco presente durante il mio percorso esistenziale, questa volta è stata magnanima. Infatti ho avuto il grande piacere, del tutto casuale, di conoscere il Musicologo Prof. Marni durante l’evento musicale di un nostro restauro concluso con il concerto inaugurale il 25 aprile 2022. L’organo da inaugurare era un piccolo strumento processionale seicentesco che il Prof. Eduardo Rescigno, (Vedi Fig.2) notissimo scrittore e docente universitario di storia della musica, in qualità di proprietario aveva donato alla celeberrima Basilica milanese di S. Marco.
L’evento concertistico, avvenuto per mano del Maestro Riccardo di Sanseverino, (Vedi Fig.3) Organista titolare della omonima Basilica di S. Marco, prevedeva l’aiuto di un registrante per la movimentazione dei registri; l’incarico era stato assegnato proprio al giovanissimo Prof. Matteo Marni che in quell’occasione ebbi non solo modo ma anche e soprattutto il piacere di conoscere personalmente. (Vedi articolo e filmato pubblicato cliccando il link qui di seguito Concerto di inaugurazione dell’organo processionale seicentesco nella Basilica di San Marco a Milano il 25 aprile 2022 )
Abbiamo passato tutti e tre insieme un intero pomeriggio discutendo anche animatamente di organaria, delle attuali tendenze costruttivo-progettuali e di restauri; su quest’ultimo tema è subito emerso dai nostri discorsi l’organo che la ditta Aletti progettò e costruì per la chiesa di S. Stefano Maggiore a Milano: il primo organo ad alimentazione elettrica d’Italia, conservato miracolosamente ancora oggi nelle condizioni pressoché originali (Vedi Fig.4).
Con un pizzico di orgoglio posso affermare che se questo strumento, di cui si era completamente persa ogni traccia, sia stato portato al vertice della conoscenza e dell’importanza storico-organaria italiana “moderna”, è proprio grazie al sottoscritto che con grande difficoltà ne ha effettuato la ricerca storica pubblicando articoli, immagini e documenti (Vedi Fig.5).
Persino i numerosi storici dell’organo e gli organologi esperti italiani lo avevano ignavamente relegato nel dimenticatoio pubblico venutosi a formare, durante tutti questi anni, dalla “scienza nientificatrice” dell’organo antico a trasmissione meccanica che ha elevato quest’ultimo a unico e autentico protagonista della storia dell’organo. Invece, a mio modesto avviso, c’è ben altro da raccontare e da documentare; sto parlando dei quasi ultimi due secoli di storia dell’organo e non solamente degli ultimi decenni, visto che il primo brevetto mondiale, di un organo a trasmissione elettrica, risale al 1852. (brevetto ratificato in Francia a nome di Stein. A tale proposito si veda quanto pubblicato nel mio ultimo libro “L’Arte Organaria” a pag. 123)
Chiudo questa breve ma necessaria parentesi proseguendo nella spiegazione dei discorsi effettuati in quel fatidico pomeriggio in merito al sopracitato organo di S. Stefano Maggiore. Infatti, discutendo animatamente di questo tema con i due musicisti con i quali ero entrato in contatto da poche ore, ho avuto la grande sorpresa di ascoltare direttamente dalla voce del Musicologo Prof. Marni che il contratto di questo organo era presente nell’Archivio Diocesano di Milano!
Vi assicuro che ascoltando queste ultime parole a momenti mi sono sentito mancare poiché la notizia dell’esistenza di questo contratto, che stavo ricercando da una intera vita, era del tutto sensazionale ed era anche certa in quanto lo stesso Prof. Matteo Marni mi aveva personalmente riferito di ricordare perfettamente di essergli passato fra le mani il reperto storico, da me faticosamente ricercato, quando era impegnato a riordinare e a catalogare la documentazione di questo importantissimo Archivio Ecclesiastico milanese. Oltretutto il gentile e garbato Musicologo, costatato il mio grande entusiasmo e resosi conto dell’importanza storica del documento, si era subito messo a disposizione per accompagnarmi personalmente presso l’Archivio Diocesano di Milano al fine di scansionare completamente tutto il contratto e soprattutto senza effettuare nessuna affannosa ricerca preventiva da parte mia poiché si ricordava perfettamente a quale piano dello stabile era stato archiviato il contratto e in quale faldone lo aveva riposto!
Con queste bellissime anticipazioni non potevo non organizzare da subito un appuntamento presso il predetto Archivio e quindi dopo alcuni accordi decidemmo congiuntamente di stabilire la visita per il prossimo giovedì 5 maggio 2022. Durante questa visita, tramite il Prof. Marni, ho avuto modo di conoscere non solo il Rettore di questo Archivio, Mons. Bruno Maria Bosatra (al quale rivolgo i miei ringraziamenti) che ci ha gentilmente fornito il permesso di accedere alla documentazione che stavamo ricercando, ma anche di vedere la grande mole di rarissimi e importantissimi documenti storici di eccezionale bellezza presenti nell’omonimo Archivio (Vedi Fig.6).
Al termine della scansione dei documenti, che ci ha tenuto impegnati tutta la mattinata e che con grande piacere si possono vedere pubblicati in questo articolo, si era oramai giunti quasi alle ore 13,30. Abbiamo quindi deciso di effettuare una breve sosta di “ricostituzione fisica delle energie”, intensamente consumate durante la intera mattinata in Archivio, presso un vicino locale di “vettovagliamento” nel quale ci siamo scambiati le ultime impressioni della interessantissima visita prima di salutarci e rientrare nelle rispettive dimore domestiche.
Questa è concretamente e sommariamente la storia di come ho potuto finalmente coronare il desiderio e un sogno durato una vita e, proprio per questo fondamentale motivo, ricordo e ringrazio nuovamente di cuore il Musicologo Prof. Matteo Marni che mi ha permesso di materializzare il mio desiderio e il mio sogno: avere fra le mani e poter leggere il contratto del primo organo ad alimentazione elettrica d’Italia che la ditta Fratelli Aletti aveva progettato e costruito nel 1903 per la chiesa di S. Stefano Maggiore a Milano.
Qui sotto troverete la scansione completa del contratto dal quale si potrà evincere che la ditta Aletti era perfettamente consapevole dell’importanza di ciò che stava compiendo per la storia dell’organaria italiana. Evidenzio qui sotto brevemente, i punti più salienti del contratto dai quali è possibile evincere la piena responsabilità e consapevolezza della ditta Fratelli Aletti di possedere le conoscenze necessarie per effettuare questo difficile lavoro ma anche di essere la prima ditta italiana a costruire un organo ad alimentazione elettrica. Inoltre il sistema elettrico Aletti risolveva definitivamente in un unico strumento il problema legato al costosissimo esercizio delle batterie a liquido di quegli anni, al numero di consolle per un singolo organo nonché la risoluzione complessiva dei problemi di distanza, di natura trasmissiva, fra consolle e organo. È infatti utile ricordare che l’organo di S. Stefano era dotato di due consolle fra le quali una era ad una distanza di trenta metri dal corpo organo; su queste consolle potevano suonare anche due organisti contemporaneamente. (Riporto le testuali parole: ”Specialità esclusiva del nuovo Organo sarà quella di potersi suonare in due punti diversi della Chiesa anche simultaneamente”.) L’eliminazione definitiva di questi costosissimi problemi (l’acquisto, l’esercizio, la manutenzione e la brevissima durata delle batterie a liquido), che impedivano di fatto lo sviluppo degli organi a trasmissione elettrica, venne brillantemente risolto dalla ditta Aletti utilizzando quella che allora si chiamava la “corrente elettrica stradale”; proveniva dalla vicinissima centrale di produzione elettrica Edison, in corrente continua, di Via S. Radegonda a Milano. A tale proposito consiglio vivamente la lettura del mio precedente articolo:
“L’azienda Edison e la storia della rete elettrica della città di Milano
che permise la costruzione del primo organo ad alimentazione elettrica d’Italia (F.lli Aletti 1903)”. Articolo pubblicato a febbraio 2020.
Fra l’altro, nel contratto sotto riportato, Aletti evidenzia che con l’utilizzo della corrente elettrica non solo si eliminava l’esercizio delle costosissime e poco durevoli batterie ma, si evitava persino di pagare la persona che ricopriva l’incarico del “levamantici” o anche detto “tiramantici” a cui in tante centinaia di anni era stato assegnato il faticoso incarico di pompare fisicamente l’aria in pressione nei mantici dell’organo.
Per un facile confronto e/o verifica da parte dei lettori delle mie affermazioni nonché per una facile lettura del contratto originale che è manoscritto in corsivo d’epoca, ho preferito riportare alla fine della parte scritta di questo articolo, lo stesso e identico testo originale del contratto, utilizzando diversamente dei caratteri moderni di stampa.
Nelle pagine del contratto sono stati ritrovati altri importanti documenti; si trovano pubblicati in questo articolo dopo le pagine del contratto di costruzione del nuovo organo. Questi documenti riguardano: l’assegnazione dell’incarico e la richiesta da parte della committenza di aggiungere al nuovo organo alcuni registri. Alla documentazione appena citata aggiungo anche lo stampato dell’atto di collaudo firmato dai vari maestri che si sono susseguiti durante l’approfondito esame di prova dell’organo; naturalmente, il sopracitato esame, riguardava in particolar modo il funzionamento dell’innovativo “Sistema Elettrico Aletti”. Anche lo stampato pubblicitario, allegato e menzionato tramite una citazione manoscritta sul bordo sinistro della omonima promozione pubblicitaria, è stato ritrovato fra le carte sopracitate del contratto e viene qui pubblicato. Quest’ultimo riguarda il trasloco del sito produttivo della ditta Aletti avvenuto il 1° agosto del 1897 nel nuovo opificio “a vapore” eretto in via Settembre e Solferino. Nello stesso documento pubblicitario si evidenza che la costruzione degli organi è sotto la direzione artistica del Maestro Luigi Aletti (4 maggio 1865 – 30 settembre 1902) a quei tempi studente presso il Regio Conservatorio di Milano. Ritengo utile ricordare che Luigi Aletti era allievo di una persona illustre e molto conosciuta nell’ambiente musicale: il Compositore e Musicista Polibio Fumagalli (26 ottobre 1830 – 21 giugno 1900). Aggiungo inoltre la notizia che lo stesso foglio pubblicitario cita espressamente un brevetto conseguito dalla ditta Aletti: si tratta dell’ ”Apparato Pneumatico Aletti” per l’azionamento dei registri dell’organo il cui brevetto è stato ratificato il 19 ottobre 1896; disgraziatamente l’importante documentazione originale, assieme alla memoria storica, sono purtroppo andate completamente disperse nel corso degli anni. Dopo attente ricerche da parte del sottoscritto, coadiuvato dal Prof. Guido Marchetti (Vedi Fig.7), è stato possibile reperire la copia della documentazione originale cartacea di questo brevetto presso l’Archivio centrale dello Stato a Roma; in questo modo si è potuto riportare alla conoscenza anche la memoria storica andata dispersa.
Ritengo inoltre utile ricordare che il brevetto conseguito dalla ditta Aletti, viene ampiamente descritto, con il disegno originale dell’epoca, nel mio libro “Enrico Aletti e la storia inedita del primo organo elettronico italiano” e viene anche visualizzato in una ricostruzione video recentemente effettuata dal Maestro Organista Mario Veccia. Agli interessati che desiderano visualizzare il filmato, basta cliccare il link qui accanto per collegarsi direttamente Somiere Pneumatico Aletti Brev. N°42632: ricostruzione 3D in cooperazione con GrandOrgano
Evidenzio con piacere il sito di provenienza dal quale provengono e nel quale sono depositati i documenti originali sotto riportati:
Archivio Storico Diocesano di Milano; fondo archivistico di S. Stefano in Brolo, faldone: “Luoghi della Chiesa”. Nome: Organo, orologio, campane e campanili -N°83.
Scrittura originale del contratto Aletti
Progetto primo per un grandioso Organo Liturgico al sistema Elettrico Aletti nella V.da Chiesa di Santo Stefano in Milano.
L’Organo che si desidera, soddisfa innanzi tutto alle più ampie esigenze dell’Arte Sacra Moderna e si conforma pienamente alle prescrizioni emesse dalla Sacra Congregazione dei Riti ed ai desiderati dei congressi per la riforma degli organi e della Musica Sacra in Italia. Le ampie proporzioni, gli svariatissimi timbri dei numerosi Registri di mutazione, le innumerevoli combinazioni ed amalgama fonetiche che presenta ed infine il suo meccanismo d’una perfezione impeccabile ed inalterabile permettono di ascriverlo a priori fra i pochi Italiani anche da concerto.
Dell’Organo Elettrico al sistema Aletti
La corrente elettrica, quale agente meccanico nell’Organo da Chiesa, venne ripetutamente impiegata con risultato poco felice ed esito dispendiosissimo mediante l’introduzione di potenti batterie voltaiche oppure d’accumulatori, entrambi di difficilissimo governo e dispendio.
La Ditta sottoscritta ha portato invece i suoi studi nel campo pratico industriale, ed ha felicemente risolto l’arduo problema di usufruire per tutto l’azionamento dell’Organo quella energia Elettrica che ovunque va propagandosi e che Società all’uopo costituite forniscono a un costo tenuissimo, così che nel caso proprio può assicurarsi che un organo a tutto funzionamento Elettrico, manticeria conpresavi, risparmia in confronto del tenue onorario ovunque assegnato all’alzamantici.
Posto dovunque che la Ditta sottoscritta è l’unica che abbia praticamente dimostrato e risoluto l’arduo problema con procedimenti di assoluta invenzione, e che l’Organo progettando sarà uno dei primi in commercio, è ovvio dimostrare le ragioni che impediscono una diffusa descrizione ed illustrazione delle singole parti e si limita ad una enumerazione sommaria delle opere occorrenti ad effettuare il presente progetto.
Del modo in cui sarà disposto l’Organo
L’Organo progettando esteticamente non sarà affatto dissimile dall’Organo attuale perché ancora saranno conservate le attuali Canne in mostra, salvo i debiti ristauri e qualche sostituzione, nella loro odierna disposizione e così la cassa e la cantoria nel loro prospetto.
L’Organo nuovo prende il posto del vecchio, la manticeria viene col macchinario Elettrico e Meccanico confinato, come anticamente, nell’apposito stanzino esistente sopra l’Organo in soffitta.
Specialità esclusiva del nuovo Organo sarà quella di potersi suonare in due punti diversi della Chiesa anche simultaneamente e cioè: al posto abituale in Cantoria ed in centro al Coro. Ad ottenere tale intento occorre come è facile indovinarsi due Pedaliere, due pezzi di Tastiere, due Registrature ecc. gli uni agli altri collegati a mezzo di una serie di fili elettrici i quali dispartendosi dalla Consolle o Mensola in centro al coro, percorrendo quella via nascosta che sarà a convenirsi di reciproco accordo, arriveranno alla cantoria.
Qualità necessaria e che presenteranno le due Consolle si è quella di trovarsi completamente isolate dall’Organo quando cessa la presenza dell’Organista e così prevenire ogni inconveniente che soli possano essere d’indole artistica od economica.
Descrizione dei nuovi pezzi occorrenti
1. Gran Somiere Maestro per l’Organo rispondente al primo Manuale.
2. Gran Somiere Maestro per l’Organo rispondente al secondo Manuale.
3-4. Somieri complementari oppure supporti indipendenti per le prime 12 Canne dell’Eufonio e Flauto basso.
5. Somiere complementare per le prime 24 Canne del Principale di 16 piedi.
6-7-8. Somieri speciali per tutte le Canne dei Registri ai Pedali: Contrabbassi – Bordone – Bassi e Ottava.
NB. Tutti i somieri sopra elencati sono sistema esclusivo Elettrico – Aletti.
9. Gran Macchina Pneumatica per la produzione dell’aria a sei pompe, Elica in ferro con perni torniti, supporti in ghisa e cuscinetti in bronzo, oliatori automatici, volani in ghisa, catene metalliche su ruote dentate per riduzioni e cinghia di comando in cuoio inglese.
NB. La macchina Pneumatica viene posta in moto da un Motore Elettrico e mediante congegno meccanico si stacca automaticamente dal Motore allorchè i serbatoi sono ricolmi per tosto ricongiungersi pure automaticamente non appena la provvista d’aria accenna a scendere.
10. Serbatoi d’aria o Mantici da aggregarsi a quelli già esistenti in eccellente stato in stanzino. I nuovo serbatoi saranno a forma cubica, a pieghe antisimmetriche con doppi parallelogrammi in ferro e cassa d’aria alla base, come al sistema Tedesco, pel costante equilibrio dell’aria.
11. Grande Mensola o Consolle da situarsi in centro al Coro, l’esterno in legno noce a lucido, scolpito sull’esatto stile degli stalli, nell’interno racchiude due Tastiere finissimamente lavorate con apparato di congiunzione al sistema Americano, candelette su tamburo girante, bottoni pei Registri con iscrizioni su smalto disposti in doppia linea orizzontale sopra le tastiere, pistoncini tiratutti come sotto Elencati, Pedaletti Tiratutti e Scarpa a bilico per l’espressione in ferro nichellato, Pedaliera gran formato in legno duro, Leggio.
NB. L’accoppiamento delle Tastiere colla Pedaliera viene ottenuto Elettricamente acciò poter fruire anche di appositi pistoncini di somma utilità per l’uso. L’apertura e chiusura delle Valvole o Griglie d’Espressione al secondo Organo viene ottenuta elettricamente.
12. Consolle all’Organo applicata al posto abituale e comprendente la riproduzione di tutti i pezzi segnati al Paragrafo 9.
14. Apparati elettrici ed Elettro Magnetici in dipendenza. Ogni contatto viene ottenuto su alpacca – argentone ed ove occorra in ottone nichellato. Tutti i contatti sono accuratamente bruniti.
Fonetica
Riconosciuto lo stato eccellente di tutte le Canne sia in metallo che in legno dell’attuale Organo, riconosciuta l’opportunità che l’attuale e classico Ripieno venga conservato nella sua intera compagine e piuttosto migliorato coll’introduzione di due Registri di fondo di utilità indiscutibile quali l’Eufonio e il Bordone quintante, bene considerata la forma e la qualità dei Registri di mutazione che non possono competere né reggere in confronto ai modernissimi, il Nuovo Organo sarà costituito dai seguenti Registri e Canne debitamente distinti in quanto siano vecchie, totalmente nuove e per quanto debbano logicamente entrare nel completamento dei Registri vecchi.
Prospetto dei registri e delle canne
Estensione delle Tastiere: Tasti 58 da Do a La
Estensione delle Pedaliere: Pedali 27 da Do a Re
Pistoncini = Tiratutti
Pedaletti – Tiratutti
NB L’organo rispondente al secondo Manuale sta ermeticamente chiuso in una cassa che porta sul davanti un congegno di Griglie o Valvole verticali che si aprono e si chiudono a mezzo della Scarpa a bilico e restano ferme alla posizione voluta dal Maestro esecutore
Energia Elettrica
Per il funzionamento dell’organo Elettrico Aletti è possibile l’impiego di qualunque energia sia continua che interrotta. La preferenza nel caso presente viene accordata alla corrente continua come quella che dato l’impianto delle officine Elettriche della Società Edison di Milano, concede l’assoluto affidamento che nessuna interruzione di corrente per qualsiasi evenienza possa accadere.
Per mettere l’Organo in istato di agibilità basta girare una chiavetta uso quella delle lampadine elettriche, situata sulle tastiere.
Garanzie
Per le modalità di impresa e consegna del lavoro la sottoscritta Ditta rimanda alle condizioni portate dalla Circolare Allegata.
La garanzia effettiva per dieci anni dalla data di Collaudo si estende alla responsabilità alla Ditta Aletti dell’accordatura periodica e della perfetta manutenzione dell’istrumento per tutto il decennio e sempre gratuitamente.
Condizioni
Tutta l’impresa del lavoro viene assunta per la somma di Lire Quattordicimila da pagarsi nei modi ed epoche che la Veneranda Amministrazione Parrocchiale vorrà precisare nella lettera d’ordinazione.
Alla ditta assuntrice spettano pure gli oneri di smontatura del vecchio Organo, il ristauro od il rinnovamento delle Canne a reimpiegarsi che si riscontrassero avariate, tutte le spese di trasporti d’andata e ritorno e quelle inerenti ai viaggi e soggiorno a Milano durante il tempo della smontatura e nuovo impianto. La Ditta Aletti non sarà tenuta a render conto dei residui del vecchio Organo.
Ai Sig.ri Committenti è fatto obbligo di portare le condutture dell’energia elettrica sulla soffitta ove troverà posto, come innanzi descritto, il motore elettrico, – provvedere alle opere di muratore e falegname occorrenti all’incanalatura delle condutture elettriche dalla Consolle in Coro, alla Cantoria, – trasporto nella nuova manticeria nello stanzino apposito e leggiere modificazioni che si verificassero necessarie al fondo della cassa e cantoria.
Monza 1 Aprile 1902
Visto e approvato
Appendici al Progetto
I Il diapason dell’Organo sarà quello moderno chiamato universale. Tale Diapason si deve raggiungere col sostituire una Canna più lunga a ciascun registro sulla prima nota e spostare di relazione tutte le seguenti.
II Un nuovo registro verrà a rafforzare la Pedaliera e sarà la Bombarda di sedici piedi reali. Di conseguenza lo sfondo della cassa dovrà aumentare in proporzione.
III Pel 26 Dicembre anno corrente nella ricorrenza del Patrono, Santo Stefano il nuovo Organo sarà in condizione di prestarsi egregiamente all’accompagnamento della Musica. Non si esclude che per tale ricorrenza l’Organo possa anche essere completamente ultimato e collaudabile.
Entro Ottobre la Ditta Aletti assegnerà la data precisa per la solenne inaugurazione e Collaudo dell’organo
Monza, 9 Giugno 1902
Manoscritto di assegnazione dell’incarico esecutivo
Per una facile lettura del testo, anche per questo documento manoscritto con la tipica grafia in corsivo dell’epoca, ho preferito riportare qui sotto lo stesso e identico testo originale del sotto riportato incarico esecutivo utilizzando dei caratteri moderni di stampa.
Scrittura originale dell’incarico esecutivo assegnato alla ditta Fratelli Aletti
Spettabile Ditta Fratelli Aletti Monza
La sottoscritta che ha preso in esame il vostro Progetto in data da Monza 1 Aprile p.p. per un Nuovo Organo Elettrico nella basilica di S. Stefano in Milano e le modificazioni ed aggiunte apportatevi in data odierna nonché l’allegata circolare a stampa che detta le norme che debbano seguire fra committenti e fornitori per la consegna ed accettazione del nuovo Organo, dichiara di affidarvi come vi affida colla presente l’esecuzione di tale Progetto, con tutte le modificazioni aggiunte, sotto le garanzie portate dalla circolare suddetta.
L’organo odierno della Chiesa di Santo Stefano rimane quindi fin d’ora a vostra intera disposizione per quei prelevamenti indicati nel Progetto summenzionato e per la smontatura generale e deposito in altro vano onde far luogo ai nuovi lavori.
Ad opera ultimata e Collaudata la sottoscritta si troverà verso voi impegnata per la somma di Lire Quattordicimila e quattrocento come da Fattura che sarete a presentare e che vi sarà dalla sottoscritta liquidata per …………. decimi a vista e per i restanti ……………… decimi nei modi ed epoche seguenti:
La sottoscritta fa inoltre istanza perché a spese e nell’interesse vostro esclusivo venga aggiunto extra Progetto il Registro Voci Corali portante seco la combinazione di Tremolo e Bordone
In attesa di vs. lettera di adesione al presente invito ci rassegnamo
Dev.mi
La pubblicazione di questa eccezionale documentazione storica certifica senza alcun dubbio a quale livello tecnologico e prima fra tutti, la ditta Aletti fosse arrivata in quegli anni. Credo sia oramai chiaro che questa azienda italiana, completamente ignorata dagli esperti e dagli storici dell’organo, debba finalmente meritare un posto di onore nella storia organaria italiana per avere avuto, con questo organo, il grande coraggio, e la consapevolezza di avere aperto la strada all’applicazione dell’organaria moderna nel nostro Paese.
Carissimo Maestro Organista Stefano Oddi hai scritto la verità! C’è tutta la storia dell’organo da riscrivere che riguarda gli ultimi due secoli. I nostri famigerati “esperti” e “scienziati dell’organo” si sono fermati a descrivere e studiare un filo di ferro che apre una valvola dell’aria e non sono andati oltre! La storia dell’organo per loro si ferma lì… E pensa che talvolta, parlando di trasmissione meccanica, non conoscono nemmeno che esiste un sistema che regola automaticamente questa trasmissione. Non sono nemmeno a conoscenza che il primo brevetto per un organo a trasmissione elettrica risale al 1852 e da lì in poi ne è passata di acqua sotto i ponti per quanto riguarda lo sviluppo dell’organo e dell’organaria. Chissà perché quando si parla di corrente elettrica l’argomento non viene più trattato anzi, è roba troppo moderna… Troppo difficile meglio evitare di parlarne tanto per loro è un tema marginale. Marginale un piffero!!
Sono due secoli di storia non trattata, non scritta e non divulgata mentre invece si persegue e si preferisce raccontare, con libri che sono uno la fotocopia dell’altro, la storia trita e ritrita dell’organo antico. Si organizzano convegni, dibattiti e conferenze sempre sullo stesso tema e non si fa nulla per cercare di raccontare gli ultimi duecento anni di storia dell’organo a canne. Io nel mio piccolo e con i miei modesti mezzi ho fatto due mostre sulla storia tecnologica applicata all’organo e non mi risulta che altri a livello nazionale abbiano fatto lo stesso sebbene abbiamo una associazione che si occupa di organari. Spiace davvero che questo tema non raccolga l’interesse degli addetti ai lavori ma purtroppo nel nostro Paese è così; esiste solo interesse per l’organo antico. E pensare che l’organo elettrico di Aletti, oggetto di questo mio articolo, è ancora conservato nelle condizioni pressoché originali… meriterebbe un attento e preciso restauro ma soprattutto dovrebbe diventare monumento Nazionale visto che è l’unico così datato, con questo sistema, presente su tutto il territorio italiano. Se fosse stato di un blasonato nome lo avevano già restaurato da tempo ma purtroppo è di un nome poco noto (anche se Aletti ha lavorato a 600 organi in un secolo) allora non fa notizia e nemmeno testo. Invece, a mio avviso, la ditta Fratelli Aletti merita un posto d’onore nella storia dell’organo e dell’organaria italiana per avere contribuito, con i suoi innovativi strumenti, allo sviluppo dell’organaria moderna. Con i miei più cordiali saluti esprimo un sentito ringraziamento per il tuo gradito commento. Serafino Corno.
Carissimo Serafino, condivido in toto le tue sagge e lungimiranti riflessioni. Pensa che sono oltre 10 anni che cerco di far restaurare un capolavoro di arte organaria di Carlo Vegezzi Bossi del 1906 ed ho tutti contro, compresi nomi altisonanti dell’ambiente organistico nostrano, perché “è pneumatico” (sic). Spero comunque che presto ci si possa definitivamente riconciliare con questa importante ed affascinante “fetta” di storia musicale ad oggi ancora stupidamente negletta. Un cordiale saluto dalle Marche.
Complimenti e grazie per la condivisione del prezioso ed oltremodo interessante documento storico. C’è tutta una storia da riscrivere totalmente in merito all’arte organaria italiana di quell’epoca e voi lo state facendo. Onore al merito!