La prima mostra storico-tecnologica di arte organaria a Riva presso Chieri (Torino), domenica 2 ottobre 2016.

Cartello Prima mostra storico-tecnologica di arte organaria

Andrea Ferrero, carissimo amico nonché capogruppo AIRE delle regioni Piemonte-Valle d’Aosta (Vedi Fig.1) è stato contattato dall’associazione “Teatro e Scienza” per organizzare un intervento culturale a Palazzo Grosso: un prestigioso complesso storico ora sede del Municipio di Riva presso Chieri (Vedi Fig.2).

Fig.1 Andrea Ferrero: capogruppo AIRE della regione Piemonte-Valle d’Aosta.
Figura 1 – Andrea Ferrero: capogruppo AIRE della regione Piemonte-Valle d’Aosta.
Fig.2 Uno scorcio di Palazzo Grosso al nostro arrivo.
Figura 2 – Uno scorcio di Palazzo Grosso al nostro arrivo.

Il nostro capogruppo, in qualità di socio AIRE, ha subito pensato di proporre una mostra di radio d’epoca e, visto il magnifico contesto storico, anche di completare l’evento con una esposizione di apparecchiature un poco diverse dai soliti apparecchi radio.

Il suo pensiero si è rivolto al sottoscritto e di conseguenza questa estate mi ha contattato per propormi una mostra della mia collezione organaria da effettuarsi a Palazzo Grosso in collaborazione e unitamente alla mostra dei suoi apparecchi (Vedi Fig. 3-4).

Fig. 3 Gli apparecchi in mostra di Andrea Ferrero
Figura 3 – Gli apparecchi in mostra di Andrea Ferrero
Fig. 4 Gli apparecchi in mostra di Andrea Ferrero
Figura 4 – Gli apparecchi in mostra di Andrea Ferrero

Devo ammettere che la richiesta del caro Andrea mi ha non poco sorpreso perché, fino a quel momento, nessuno oltre a lui mi aveva avanzato una simile proposta che, molto felicemente, ho accolto con entusiasmo. Da subito ho capito che l’impegno nei preparativi per un simile evento non era certamente una cosa da poco conto, poiché si trattava di organizzare degnamente una mostra che avrebbe rappresentato la prima mostra storico-tecnologica di arte organaria mai effettuata prima (Vedi Fig. 5-6).

Figura 5 - Il manifesto della mostra di Riva ideato da Walter Ferrario art director, graphic designer.
Figura 5 – Il manifesto della mostra di Riva ideato da Walter Ferrario art director, graphic designer.
Figura 6 - Per indicare nel migliore modo possibile il sito dove si svolgeva la mostra, mi è venuta l’idea di posizionare davanti all’ingresso di Palazzo Grosso, una piccola facciata di canne costruite dalla ditta Giuseppe Scotti di Crema alla quale avevo aggiunto, nella parte superiore, il cartello mostrato in Fig.5.
Figura 6 – Per indicare nel migliore modo possibile il sito dove si svolgeva la mostra, mi è venuta l’idea di posizionare davanti all’ingresso di Palazzo Grosso, una piccola facciata di canne costruite dalla ditta Giuseppe Scotti di Crema alla quale avevo aggiunto, nella parte superiore, il cartello mostrato in Fig.5.

Andrea Ferrero e Renato Ghisetti erano presenti con i loro apparecchi radiofonici d’epoca; Olimpio, fratello di Andrea, aveva portato dei bellissimi modelli aeronautici auto-costruiti. (Vedi Fig.7)

Figura 7 - Olimpio, fratello di Andrea Ferrero è un bravissimo modellista aeronautico; in questa fotografia lo vediamo alle prese con un piccolo lavoro di sistemazione del notissimo triplano Fokker Dr.1 di Manfred von Richthofen : il mitico “Barone Rosso”. L’aereo è ovviamente stato interamente costruito da Olimpio.
Figura 7 – Olimpio, fratello di Andrea Ferrero è un bravissimo modellista aeronautico; in questa fotografia lo vediamo alle prese con un piccolo lavoro di sistemazione del notissimo triplano Fokker Dr.1 di Manfred von Richthofen : il mitico “Barone Rosso”. L’aereo è ovviamente stato interamente costruito da Olimpio.

Il Prof. Luca Torchio ha deliziato i presenti con alcuni esperimenti sulle radio onde e sulle onde sonore. (Vedi Fig.8)

Figura 8 - Il Prof. Luca Torchio accanto ai suoi apparecchi di sperimentazione spiega al pubblico presente alcune proprietà delle radio onde.
Figura 8 – Il Prof. Luca Torchio accanto ai suoi apparecchi di sperimentazione spiega al pubblico presente alcune proprietà delle radio onde.

Infine il sottoscritto aveva in mostra la strumentazione organaria, la documentazione storica di archivio della ditta Aletti e un pezzo unico quale il prototipo del primo organo elettronico italiano funzionante con lampade a gas inerte, costruito e brevettato nel 1939 da Enrico Aletti ((Vedi Fig. 9-10-11-12-13-14-15-16-17-18-19).

Figura 9 - Le prime operazioni di montaggio per l’allestimento della mostra; Antonella Corno e il sottoscritto liberano i tabelloni di legno dagli imballi. I tabelloni ospiteranno circa il 25% della documentazione storico-cartacea della prestigiosa fabbrica di organi a canne “Fratelli Aletti” di Monza.
Figura 9 – Le prime operazioni di montaggio per l’allestimento della mostra; Antonella Corno e il sottoscritto liberano i tabelloni di legno dagli imballi. I tabelloni ospiteranno circa il 25% della documentazione storico-cartacea della prestigiosa fabbrica di organi a canne “Fratelli Aletti” di Monza.
Figura 10 - Sergio Corno, Donato Corno e il sottoscritto alle prese con il montaggio di uno dei sei cavalletti che reggeranno i dodici tabelloni con la documentazione storico-cartacea della ditta Aletti.
Figura 10 – Sergio Corno, Donato Corno e il sottoscritto alle prese con il montaggio di uno dei sei cavalletti che reggeranno i dodici tabelloni con la documentazione storico-cartacea della ditta Aletti.
Figura 11 - Il pezzo storico più importante della mostra di organaria: il primo organo elettronico italiano funzionante con lampade a gas inerte. Fu brevettato con attestato di privativa industriale, rilasciato dal “Ministero delle Corporazioni”, il 19/9/1939. Il numero di serie del brevetto è 378.223. Anche la facciata di canne d’organo che si vede sullo sfondo è originale della ditta Aletti; le canne sono state costruite da Pietro Alzati, il cannifonista della ditta.
Figura 11 – Il pezzo storico più importante della mostra di organaria: il primo organo elettronico italiano funzionante con lampade a gas inerte. Fu brevettato con attestato di privativa industriale, rilasciato dal “Ministero delle Corporazioni”, il 19/9/1939. Il numero di serie del brevetto è 378.223. Anche la facciata di canne d’organo che si vede sullo sfondo è originale della ditta Aletti; le canne sono state costruite da Pietro Alzati, il cannifonista della ditta.
Figura 12 - Gli ultimi preparativi poco prima di aprire la mostra. Mia figlia Greta inserisce le canne in un somiere elettropneumatico a pistoni conici. (sistema Hausdörfer a registro per canale)
Figura 12 – Gli ultimi preparativi poco prima di aprire la mostra. Mia figlia Greta inserisce le canne in un somiere elettropneumatico a pistoni conici. (sistema Hausdörfer a registro per canale)
Figura 13 - L’allestimento della mostra è terminato. Uno scorcio di alcuni tabelloni con la documentazione storica della ditta Aletti.
Figura 13 – L’allestimento della mostra è terminato. Uno scorcio di alcuni tabelloni con la documentazione storica della ditta Aletti.
Figura 14 - Altri tabelloni con la documentazione storica della ditta Aletti.
Figura 14 – Altri tabelloni con la documentazione storica della ditta Aletti.
Figura 15 - Fotografia con la parte destra di tutti i tabelloni espositivi.
Figura 15 – Fotografia con la parte destra di tutti i tabelloni espositivi.
Figura 16 - La mostra di organaria in una fotografia che la visualizza complessivamente.
Figura 16 – La mostra di organaria in una fotografia che la visualizza complessivamente.
Figura 17 - Foto particolare con l’ingresso della mostra.
Figura 17 – Foto particolare con l’ingresso della mostra.
Figura 18 - Il primo visitatore della mostra è ovviamente stato il caro Andrea Ferrero che ha voluto sapere il funzionamento di tutte le apparecchiature che ho portato a Riva. In questa immagine sono alle prese con la spiegazione sul funzionamento dello “Schweller”: un inseritore sequenziale dei vari registri dell’organo che viene comandato dall’organista con i piedi. L’apparecchio che ho nella mano sinistra era lo Schweller montato nella consolle di comando del primo organo ad alimentazione elettrica d’Italia. L’Organo fu progettato e costruito dalla Fratelli Aletti nel 1903 per la chiesa di S. Stefano Maggiore; un luogo di culto situato nel pieno centro storico di Milano. La persona alle mie spalle che ascolta e osserva incuriosita è Renato Ghisetti un amico di Andrea nonché socio AIRE.
Figura 18 – Il primo visitatore della mostra è ovviamente stato il caro Andrea Ferrero che ha voluto sapere il funzionamento di tutte le apparecchiature che ho portato a Riva. In questa immagine sono alle prese con la spiegazione sul funzionamento dello “Schweller”: un inseritore sequenziale dei vari registri dell’organo che viene comandato dall’organista con i piedi. L’apparecchio che ho nella mano sinistra era lo Schweller montato nella consolle di comando del primo organo ad alimentazione elettrica d’Italia. L’Organo fu progettato e costruito dalla Fratelli Aletti nel 1903 per la chiesa di S. Stefano Maggiore; un luogo di culto situato nel pieno centro storico di Milano. La persona alle mie spalle che ascolta e osserva incuriosita è Renato Ghisetti un amico di Andrea nonché socio AIRE.
Figura 19 - In questa foto sono in posa con una persona del mestiere. È Sergio Castegnaro che è venuto appositamente da Tortona per vedere la mostra e per farmi visita. Nella mano destra tiene il mio libro che ho recentemente pubblicato sulla storia della ditta Aletti e sul brevetto del primo organo elettronico italiano.
Figura 19 – In questa foto sono in posa con una persona del mestiere. È Sergio Castegnaro che è venuto appositamente da Tortona per vedere la mostra e per farmi visita. Nella mano destra tiene il mio libro che ho recentemente pubblicato sulla storia della ditta Aletti e sul brevetto del primo organo elettronico italiano.
Figura 20 - Anche il Sindaco di Riva è venuto a visitare la mostra, è stato veramente molto cortese nel favorire ogni nostra richiesta di tipo logistico seguendo le operazioni di carico che si sono protratte sino a tarda notte. Nell’immagine: il sindaco di Riva con mia figlia Greta.
Figura 20 – Anche il Sindaco di Riva è venuto a visitare la mostra, è stato veramente molto cortese nel favorire ogni nostra richiesta di tipo logistico seguendo le operazioni di carico che si sono protratte sino a tarda notte. Nell’immagine: il sindaco di Riva con mia figlia Greta.

A compendio della manifestazione, il duo Cloisonné si è esibito con un magnifico concerto di tromba e organo che ha entusiasmato tutti i presenti (Vedi Fig. 21-22-23-24-25). La manifestazione è terminata alle ore 19.00, protraendo le operazioni di re-imballaggio dei materiali e di carico sino a notte fonda; l’arrivo alla base è stato alle ore 02.00 di lunedì.

Figura 21 - Una volta che l’organo è stato scaricato dal camion deve essere testato per verificare che tutto funzioni correttamente. Nell’immagine Donato Corno controlla e prova tutti i meccanismi dello strumento; Andrea Ferrero e Renato Ghisetti osservano attentamente le operazioni di controllo.
Figura 21 – Una volta che l’organo è stato scaricato dal camion deve essere testato per verificare che tutto funzioni correttamente. Nell’immagine Donato Corno controlla e prova tutti i meccanismi dello strumento; Andrea Ferrero e Renato Ghisetti osservano attentamente le operazioni di controllo.
Figura 22 - L’organo è stato controllato ed è pronto per il concerto; foto ricordo dei presenti a commemorazione dell’evento. Da sinistra: il sottoscritto, Stefano Casiraghi, Flavia Crotta, Andrea Ferrero e Renato Ghisetti.
Figura 22 – L’organo è stato controllato ed è pronto per il concerto; foto ricordo dei presenti a commemorazione dell’evento. Da sinistra: il sottoscritto, Stefano Casiraghi, Flavia Crotta, Andrea Ferrero e Renato Ghisetti.
Figura 23 - Un momento del concerto: da sinistra il trombettista Stefano Casiraghi, mia figlia Greta e mio fratello Donato che sono stati indispensabili per girare le pagine della musica all’organista Flavia Crotta (al centro) e a inserire i registri dell’organo per modificare i vari effetti sonori dello strumento seguendo la letteratura musicale.
Figura 23 – Un momento del concerto: da sinistra il trombettista Stefano Casiraghi, mia figlia Greta e mio fratello Donato che sono stati indispensabili per girare le pagine della musica all’organista Flavia Crotta (al centro) e a inserire i registri dell’organo per modificare i vari effetti sonori dello strumento seguendo la letteratura musicale.
Figura 24 - Fotografia del pubblico presente al concerto che si è svolto sotto gli stupendi portici dell’ingresso di Palazzo Grosso. L’acustica del sito, che ha ospitato per la prima volta un concerto, si è rivelata magnifica in diversi punti di ascolto sorprendendo così tutti i presenti.
Figura 24 – Fotografia del pubblico presente al concerto che si è svolto sotto gli stupendi portici dell’ingresso di Palazzo Grosso. L’acustica del sito, che ha ospitato per la prima volta un concerto, si è rivelata magnifica in diversi punti di ascolto sorprendendo così tutti i presenti.
Figura 25 - Al termine del concerto il Sindaco di Riva si è complimentato con i due musicisti per l’ottima riuscita del loro concerto e per la giornata culturale che ha caratterizzato tutta la rassegna.
Figura 25 – Al termine del concerto il Sindaco di Riva si è complimentato con i due musicisti per l’ottima riuscita del loro concerto e per la giornata culturale che ha caratterizzato tutta la rassegna.

Complessivamente la rassegna si è svolta senza alcuna difficoltà perché ogni singolo pezzo si è incastrato perfettamente come quasi fosse un puzzle in perfetta armonia con le otto persone impegnate nelle operazioni di scarico, montaggio, smontaggio e ricarico sul camion dei materiali e di tutta l’attrezzatura necessaria alla mostra.

Devo dire grazie “in primis” a queste otto persone: Greta, Antonella, Sergio, Filippo, Walter, Donato, Flavia e Stefano perché, senza il loro prezioso e indispensabile aiuto, non sarei sicuramente riuscito ad allestire una simile mostra.

Un ringraziamento è doveroso anche al capogruppo AIRE della regione Piemonte-Valle d’Aosta, nonché carissimo amico, Andrea Ferrero, al duo Cloisonné, al Sindaco di Riva Sig. Livio Strasly e all’associazione “Teatro e Scienza” che, da subito, hanno creduto nel buon esito dell’incontro culturale.


Il racconto della lunga preparazione

Quando ho ricevuto la conferma della mostra da parte del sig. Fulvio Cavallucci (Direttore Organizzativo dell’associazione Teatro e Scienza) ho dovuto risolvere anche il problema di come trasportare tutto il materiale storico-tecnologico della ditta Aletti senza che subisse danni e a come esporre degnamente la documentazione fotografica e storico-cartacea di archivio della omonima ditta che, da quando è nata, nel 1849, non è mai stata esposta in pubblico.

Qualche tempo dopo mi sono reso conto che la responsabilità della buona riuscita di una rassegna così importante ricadeva tutta sulle mie spalle, non potendo purtroppo contare su nessun tipo di aiuto.

Con questi presupposti non mi sono perso d’animo e, di buona lena, ho iniziato a costruire per ogni apparecchio da trasportare una robusta cassa in legno a perfetta misura che proteggesse definitivamente la strumentazione da ogni urto o caduta accidentale (Vedi Fig.26).

Figura 26 - Alcune casse costruite appositamente per proteggere i delicati materiali da ogni urto accidentale. Sulla destra possiamo notare una delle casse per il trasporto delle canne antiche; i coperchi anteriori di protezione sono stati rimossi.
Figura 26 – Alcune casse costruite appositamente per proteggere i delicati materiali da ogni urto accidentale. Sulla destra possiamo notare una delle casse per il trasporto delle canne antiche; i coperchi anteriori di protezione sono stati rimossi.

Risolto il problema di trasporto delle apparecchiature, ho pensato a come fare per esporre una buona parte della documentazione storico-cartacea della ditta Aletti che avevo già riordinato e catalogato in precedenza.

Le idee analizzate andavano dalla realizzazione di apposite vetrine all’utilizzo di alcuni raccoglitori del commercio da suddividere per ogni argomento trattato; il tutto doveva avere una ottima evidenza e allo stesso tempo non doveva risultare molto complesso da realizzare, poiché era rimasto ben poco tempo alla scadenza della mostra.

Scartata la semplicistica idea dei raccoglitori, a causa della poca visibilità collettiva, e l’idea di costruire le vetrine per ovvii motivi tempistici, ho optato per una via di mezzo e cioè per la costruzione di tabelloni portadocumenti “a giorno” in legno compensato da 12 millimetri, supportati da appositi cavalletti, in legno di rovere massiccio, da realizzare in armonia con l’ambiente ottocentesco dei saloni di Palazzo Grosso (Vedi Fig. 27-28-29-30-31-32).

Figura 27 - Formazione dei modiglioni sagomati che verranno applicati alla base delle piantane portanti.
Figura 27 – Formazione dei modiglioni sagomati che verranno applicati alla base delle piantane portanti.
Figura 28 - Il taglio dei modiglioni con la sega a nastro seppur effettuato con attenzione risulta ovviamente grezzo. È necessaria quindi la finitura della parte tagliata che, dato la pronunciata curvatura della sagoma può essere effettuata solo manualmente adoperando apposite lime. Per alleviare la grande fatica di questa operazione ho reperito una limatrice verticale che è stata utilizzata per parificare le imperfezioni del “taglio sega”.
Figura 28 – Il taglio dei modiglioni con la sega a nastro seppur effettuato con attenzione risulta ovviamente grezzo. È necessaria quindi la finitura della parte tagliata che, dato la pronunciata curvatura della sagoma può essere effettuata solo manualmente adoperando apposite lime. Per alleviare la grande fatica di questa operazione ho reperito una limatrice verticale che è stata utilizzata per parificare le imperfezioni del “taglio sega”.
Figura 29 - Nei traversi delle basi bisogna praticare delle cave passanti per inserire il tenone delle piantane. Per questo lavoro serve una particolare macchina chiamata “Cavatrice a catena”. Donato Corno, da grande esperto nell’utilizzo di questa macchina, ha provveduto cortesemente alla formazione delle cave in misura perfetta.
Figura 29 – Nei traversi delle basi bisogna praticare delle cave passanti per inserire il tenone delle piantane. Per questo lavoro serve una particolare macchina chiamata “Cavatrice a catena”. Donato Corno, da grande esperto nell’utilizzo di questa macchina, ha provveduto cortesemente alla formazione delle cave in misura perfetta.
Figura 30 - I traversi di base ultimati in cui sono state praticate le cave.
Figura 30 – I traversi di base ultimati in cui sono state praticate le cave.
Figura 31 - La fresatura dei tenoni praticati nella parte iniziale delle piantane.
Figura 31 – La fresatura dei tenoni praticati nella parte iniziale delle piantane.
Figura 32 - L’ultima fase di realizzazione dei cavalletti; si uniscono le basi e le piantane inserendo e incollando i tenoni nelle basi.
Figura 32 – L’ultima fase di realizzazione dei cavalletti; si uniscono le basi e le piantane inserendo e incollando i tenoni nelle basi.

Anche l’operazione di verniciatura è stata una decisione piuttosto sofferta, poiché dettata soprattutto da una questione di natura tempistica.

Alla fine ho deciso che, per restare in tema con l’epoca storica dei grandi saloni espositivi di Palazzo Grosso, la struttura lignea era assolutamente da verniciare a gommalacca, pur essendo consapevole che ciò mi sarebbe costato un impegno non indifferente in termini di tempo; infatti, per ottenere un ottimo risultato, occorreva applicare almeno nove mani di vernice. (Vedi Fig.33-34).

Figura 33 - La prima fase di applicazione della Gommalacca. Anche se sembra incredibile la verniciatura a gommalacca di tutte le parti ha richiesto un maggiore impiego in termini di tempo di quello utilizzato durante la costruzione di tutte le parti in legno. Per un buon risultato ho dovuto applicare nove mani di questa vernice.
Figura 33 – La prima fase di applicazione della Gommalacca. Anche se sembra incredibile la verniciatura a gommalacca di tutte le parti ha richiesto un maggiore impiego in termini di tempo di quello utilizzato durante la costruzione di tutte le parti in legno. Per un buon risultato ho dovuto applicare nove mani di questa vernice.
Figura 34 - Uno dei cavalletti a verniciatura ultimata.
Figura 34 – Uno dei cavalletti a verniciatura ultimata.

Quindi, ben sapendo a cosa andavo incontro, ho lavorato senza sosta per preparare il tutto in tempo debito e infatti ho terminato di dare l’ultima mano di gommalacca ad alcuni pezzi solamente venerdì 30 settembre: la sera prima di caricare il camion!

Sabato primo ottobre era quindi tutto pronto; al mattino avevamo l’appuntamento da Flavia e Stefano (i due musicisti del duo Cloisonné) per effettuare le operazioni di carico dell’organo che si rendeva necessario per il concerto di domenica pomeriggio.

Ultimate le operazioni di carico dell’organo rimanevano “solamente” da stipare tutte le apparecchiature e i materiali da utilizzare per la mostra di organaria per le quali però si è reso necessario un ulteriore mezzo di trasporto (il mio furgoncino Doblò), in quanto nel camion non c’era più spazio disponibile.

Ho così finito le operazioni di carico del materiale rimasto che erano circa le 23,30 di sabato, dopo aver concordato l’orario di sveglia per tutti alle 4,30 e la successiva partenza alle 5,30 di domenica.

Siamo arrivati a Riva verso le 9,00; (Vedi Fig. 35-36) ad aspettarci c’era Andrea Ferrero e il Sindaco Sig. Livio Strasly che, con estrema gentilezza, si sono resi disponibili a risolvere ogni nostra difficoltà durante tutta la giornata della mostra.

Figura 35 - Il nostro arrivo sulla piazza di palazzo grosso, Sergio e Filippo Corno (titolari della ditta “Il Restauro” che hanno gentilmente offerto il trasporto) controllano che tutti i materiali siano in ordine.
Figura 35 – Il nostro arrivo sulla piazza di palazzo grosso, Sergio e Filippo Corno (titolari della ditta “Il Restauro” che hanno gentilmente offerto il trasporto) controllano che tutti i materiali siano in ordine.
Figura 36 - Il mio Doblò zeppo di strumentazione, poco prima dello scarico dei materiali per la mostra.
Figura 36 – Il mio Doblò zeppo di strumentazione, poco prima dello scarico dei materiali per la mostra.

I lavori di scarico dai mezzi di trasporto e del successivo montaggio in loco si sono protratti senza sosta sino a qualche momento prima dell’inaugurazione della mostra (Vedi Fig. 37-38).

Figura 37 - Le prime operazioni di scarico dei materiali; l’altisonante con la tuba di legno, che sono in procinto di depositare sul tavolo, mi è stato richiesto da Andrea Ferrero per ricordare la passata ricorrenza del 25° AIRE che il Prof. Fausto Casi aveva organizzato ad Arezzo, nel 2015, presso il museo dei mezzi di comunicazione nonché sede nazionale dell’AIRE.
Figura 37 – Le prime operazioni di scarico dei materiali; l’altisonante con la tuba di legno, che sono in procinto di depositare sul tavolo, mi è stato richiesto da Andrea Ferrero per ricordare la passata ricorrenza del 25° AIRE che il Prof. Fausto Casi aveva organizzato ad Arezzo, nel 2015, presso il museo dei mezzi di comunicazione nonché sede nazionale dell’AIRE.
Figura 38 - L’operazione di scarico della fragile “Torre Aletti”: il banco di prova con tutti gli apparecchi elettronici a valvole costruiti nel 1939, dall’omonimo Enrico Aletti, per effettuare le sperimentazioni sull’organo elettronico che aveva appena brevettato.
Figura 38 – L’operazione di scarico della fragile “Torre Aletti”: il banco di prova con tutti gli apparecchi elettronici a valvole costruiti nel 1939, dall’omonimo Enrico Aletti, per effettuare le sperimentazioni sull’organo elettronico che aveva appena brevettato.

Ringraziamenti

Completo l’articolo con i ringraziamenti, citando le tre ditte che hanno contribuito fattivamente, con la loro partecipazione economica, a coprire le spese sostenute:

Ditta Alessandro Corno s.n.c. di Donato e Antonio Corno
Ditta Alessandro Corno s.n.c. di Donato e Antonio Corno
Ditta Scotti Giuseppe di Scotti Luca Giovanni
Ditta Scotti Giuseppe di Scotti Luca Giovanni
Ditta Il restauro s.n.c. di Filippo e Sergio Corno
Ditta Il restauro s.n.c. di Filippo e Sergio Corno

Il servizio fotografico è stato realizzato da Walter Ferrario art director, graphic designer.

Walter Ferrario, realizzazione del servizio fotografico