29/07/2013 – In luglio mi trovavo in vacanza a Grosseto ed ho approfittato della “relativa vicinanza” per visitare il museo dell’associazione AMMI (associazione italiana musica meccanica). Il museo è sito nel Forlivese presso la famosa villa Silvia a Lizzano (Vedi Fig.1) dove il Carducci, che fra l’altro è anche stato il primo italiano ad essere insignito del premio Nobel per la letteratura, ha passato gli ultimi anni della sua vita (Vedi Fig.2). L’obbiettivo di questa associazione, ricalca come l’AIRE, gli stessi ideali di conservazione e tutela di tutto ciò che riproduce i suoni in modo però diverso dal nostro e cioè meccanico.
L’appuntamento con il presidente dell’associazione, nonché direttore del museo (che è anche l’unico esistente in Italia) sig. Franco Severi è stato organizzato dal mio carissimo amico prof. Giorgio Farabegoli di Cesena i quali mi hanno gentilmente accompagnato nelle varie stanze del museo, fornendomi con chiarezza e competenza ampie delucidazioni su ogni strumento esposto.
Segnalo che fra le varie stanze, con strumenti tutti funzionanti, ne è stata allestita una completamente dedicata a Thomas Alva Edison (11/02/1847 – 18/10/1931 Vedi Fig.3) ed inerente la registrazione sonora di cui la fotografia allegata fornisce una parziale veduta (Vedi Fig.4).
Inoltre, vale anche la pena segnalare che, durante la visita, ho notato uno strano grammofono privo della solita cassa di legno posta sotto la tromba, quella cioè contenente, come è noto, il meccanismo a molla per la rotazione del disco.
Questo perché al suo posto ho subito riconosciuto il motore di Robert Stirling (25/10/1790 – 6/6/1878 Vedi Fig.5) chiamato in gergo motore ad “aria calda” (Vedi Fig.6) e dedito alla funzione di cui sopra. Per mettere in rotazione il disco occorre quindi riempire un apposito contenitore di alcool ed accenderne lo stoppino, porre la fiamma sotto il cilindro termico per mettere in rotazione il motore (alternativo) e quindi il disco.
Di questo rarissimo grammofono esistono solamente due esemplari al mondo di cui uno è esposto al museo (Vedi Fig.7).
Ma veniamo ai famosi Marconi e Righi; verso l’uscita ho acquistato un libro scritto di recente da Antonella Casalboni che narra la sfortunata storia della contessa Silvia Baroni, (Vedi Fig.8) deceduta senza lasciare eredi.
Durante la lettura di questo libro, con mia grande sorpresa, ho appreso a pag. 155 (Vedi Fig.9) che Marconi, Righi, Carducci ed altre note personalità aristocratiche erano abituali frequentatori del salotto della contessa Silvia, sito però presso Palazzo Bianconcini a Bologna ; tutto questo avveniva fra il 1890 ed il 1898. Poco più avanti (a pag. 157) (Vedi Fig.10) un manoscritto di Augusto Zanchetta, amico carissimo della contessa, narra di una visita effettuata dai due eminenti scienziati nel salotto sopraccitato; in quell’occasione “per tre ore spiegarono ai presenti complesse tavole diagrammatiche con un numero infinito di calcoli, di osservazioni, di deduzioni”.
La data è compatibile con la nascita delle prime esperienze radio che hanno poi dato alla luce i famosi brevetti 12039 e 7777 da parte di Guglielmo Marconi. Possibile che Marconi/Righi abbiano divulgato in questo modo i loro primi esperimenti? Righi, come è noto, mal sopportava Marconi e quindi come è possibile che i due scienziati fossero insieme in quel salotto? Ma risulta ancora più strano, come si evince dal manoscritto, che addirittura sia stato Righi ad accompagnare Marconi presso il salotto.
Siccome il fatto mi incuriosisce parecchio (sembra infatti smentire la voce che Righi mal sopportava Marconi) e non ho sottomano alcun riferimento tangibile, chiedo se qualche socio è a conoscenza di notizie inerenti che facciano almeno un po’ di luce sulla vicenda.
L’articolo è stato pubblicato su LSP- AIRE e su rivista ANMI, per ingrandire le pagine clicca sull’immagine.