L’organo a canne della Parrocchia di S. Ambrogio a Merate è uno strumento di nuova concezione, frutto di progettazione e di costruzione del tutto particolare, sia per le novità in tema di meccanica trasmissiva sia per l’attenzione impiegata nella progettazione, curata anche nei più piccoli dettagli.
(vedi fig. 1, 2, 3 e 4 – clicca sulle immagini per ingrandirle)
Lo strumento esistente era un Serassi del 1824; Felice Ondei lo rimaneggiò nel 1910 con modifiche strutturali dai risultati che si rivelarono devastanti e che naturalmente resero lo strumento insuonabile e non più recuperabile.
Per riportare lo strumento nelle condizioni del precedente organo Serassi bisognava ricostruire i somieri, le canne, la catenacciatura e la consolle con il risultato di ottenere a tutti gli effetti un vero e proprio falso storico.
Per questo motivo la competente Commissione di tutela per gli Organi Storici della Lombardia, presieduta dal dott. Ambrogio Cesana, aveva intelligentemente e responsabilmente compreso che proporre un restauro sarebbe stato un vero controsenso, vista anche la piena disponibilità al nuovo progetto da parte dell’allora Parroco Don Felice Viasco.
La successiva comunicazione da parte della Commissione, di tutela della sola cassa e delle canne di Serassi, ha dato il via alla progettazione di un nuovo organo, che riutilizzasse nel progetto fonico le canne di Serassi, integrandole con nuove canne appositamente costruite.
La ditta Alessandro Corno ha progettato e costruito il nuovo organo a canne di Merate con le caratteristiche strutturali e meccaniche innovative qui descritte.
- Struttura portante progettata e costruita completamente in ferro; sono infatti state utilizzate 1,5 tonnellate di putrelle e profilati.
- Meccanica dalle caratteristiche insuperabili per:
a – prontezza e leggerezza
b – silenziosità assoluta
c – omogeneità nel tocco e scorrevolezza
d – assoluta stabilità nel tempo
e – totale assenza di manutenzione
f – autoregolazione durante i cambi di temperatura e umidità
g – identico tipo di tocco sia per il primo che per il secondo manuale
h – minore inerzia possibile
Come è facilmente intuibile le diverse caratteristiche difficilmente sarebbero andate d’accordo fra di loro, e ancora più difficilmente si sarebbero potute riunire in un unico sistema di trasmissione tradizionale!
Ad esempio (lettera g): è risaputo che il migliore tipo di trasmissione meccanica è quella di tipo sospeso, che però non è possibile utilizzare per il secondo manuale, poiché la tiranteria deve superare in modo orizzontale il somiere del grand’organo, che si trova proprio sopra le tastiere.
Le soluzioni progettuali attuate dalla ditta Alessandro Corno spiegate punto per punto:
(a) prontezza e leggerezza
una meccanica pronta deve essere anche molto leggera e priva di torsioni nei rimandi trasversali; per la leggerezza sono stati utilizzati tiranti di legno e rimandi di alluminio, prestando particolare attenzione al tipo di alluminio impiegato per limitare al massimo la torsione.
L’alluminio utilizzato è infatti il 7075 che attualmente risulta la migliore lega di alluminio in commercio contro lo snervamento.
(b) silenziosità assoluta
la silenziosità è un importante parametro che caratterizza l’organo di Merate. È stata ottenuta limitando al massimo i giochi di accoppiamento.
Nel progetto sono stati utilizzati, oltre ai cuscinetti a sfera, dei giunti omocinetici, che hanno la particolarità di avere dei giochi molto vicini allo zero.
(c) omogeneità nel tocco e scorrevolezza
l’omogeneità nel tocco si ottiene regolando attentamente le molle di richiamo ma soprattutto prestando attenzione a costruire i supporti dei rimandi trasversali con la stessa tolleranza.
Per questo difficile risultato è stato deciso di utilizzare in ogni supporto volvente, per la prima volta in assoluto, dei micro cuscinetti a sfera in esecuzione schermata che, essendo rettificati, hanno tutti la stessa identica tolleranza e quindi la stessa “costante di attrito”.
Per l’organo di Merate ne è stata utilizzata una quantità industriale, più di 1.000! La scorrevolezza oltre a essere un fatto costruttivo è una caratteristica derivata dalla leggerezza e dalle inerzie.
(d) assoluta stabilità nel tempo
questa caratteristica molto importante è stata ottenuta progettando e costruendo anche il più piccolo supporto portante utilizzando putrelle e profilati in ferro, che a differenza del legno non risentono minimamente dei cambiamenti climatici.
Data la grande stabilità di tutto il castello portante, anche la meccanica risulta parimenti molto stabile e quindi, dopo la prima taratura di fabbrica, non c’è stato alcun bisogno di successive riprese nella regolazione.
(f) totale assenza di manutenzione
la manutenzione meccanica, per un organo che utilizza questo sistema di trasmissione, è direttamente legata ai problemi di regolazione che intervengono quando la progettazione della parte portante risulta errata, e quindi si rende necessario registrare e regolare frequentemente il passo dei tasti dei manuali e tante volte anche della pedaliera.
Altre problematiche sono riscontrabili nei supporti delle trasmissioni trasversali che spesso si induriscono poiché sono ricoperti da una specie di grasso denso formato dal deposito di polvere e dall’olio lubrificante.
Per questa ultima difficoltà conviene ricordare che il sistema adottato prevede l’uso di cuscinetti a sfera in esecuzione schermata che eliminano alla radice il fenomeno.
(g) autoregolazione durante i cambi di temperatura e umidità
l’organo intero è stato progettato utilizzando degli accorgimenti che evitano anche il più piccolo movimento della complessa meccanica di trasmissione.
Ma ciò non è stato sufficiente poiché la parte lignea dei somieri, (vedi fig. 5) seppur in misura poco apprezzabile, risente del fattore climatico.
Per ovviare anche alla più piccola variazione di questo componente, è stato progettato e costruito un sistema che regola e recupera automaticamente in modo meccanico anche le più piccole differenze di misura delle parti lignee, causate dalle variazioni climatiche.
Per merito di questi importantissimi accorgimenti e attenzioni nella progettazione e nella costruzione, alla meccanica dell’organo di Merate, dopo dodici anni di intenso servizio, non è mai stato toccato un solo dado di regolazione!
(h) identico tipo di tocco sia per il primo che per il secondo manuale
per rispettare questi requisiti è stato necessario progettare una meccanica rivoluzionaria.
Come è noto, il migliore tipo di meccanica è quella di tipo sospeso, mentre lo stesso tipo e sensibilità di tocco fra due manuali diversi si può ottenere solo utilizzando lo stesso tipo di trasmissione.
A questo punto però ci si scontra con un fondamentale problema: non era possibile utilizzare lo stesso tipo di trasmissione per i due organi, in quanto per la meccanica del secondo manuale si doveva per forza passare con i tiranti orizzontali sotto al somiere del primo organo, con il risultato che la trasmissione in questo caso non era più di tipo sospeso.
Dopo alcune valutazioni di fattibilità, il problema è stato risolto dividendo il somiere maestro in due semi-somieri, per collocarli successivamente uno sul lato di destra e l’altro sul lato di sinistra della cassa, in modo che la parte centrale fosse completamente libera da ogni impedimento.
Con questo sistema è stato possibile salire con la meccanica in modo verticale dalla parte centrale dell’organo inviandola direttamente verso il secondo manuale per ottenere così il risultato prefissato: costruire un organo che avesse le trasmissioni dei manuali del migliore tipo (quello sospeso) e inoltre che avesse le trasmissioni di tastiera dello stesso tipo (entrambi i manuali hanno le meccaniche di tipo sospeso)
(i) minore inerzia possibile
una trasmissione meccanica con grande inerzia limita l’organista nei passaggi veloci, in quanto questo particolare fenomeno rappresenta la “pigrizia” della meccanica nel seguire appunto le pressioni molto veloci che l’organista imprime sui tasti.
La leggerezza di tutto l’impianto meccanico è una prerogativa fondamentale e indispensabile per ottenere una meccanica con bassa inerzia.
Nell’organo di Merate è stata prestata la massima attenzione a questo importante particolare, ma per migliorare ulteriormente le prestazioni è stato reso “neutro” anche il peso del tasto.
Infatti i tasti hanno il punto di leva che non è centrale (vedi fig. 6) ma disassato, e quindi i tasti cadono naturalmente per gravità dalla parte dove il braccio è più lungo.
Per recuperare anche questo piccolo carico, ogni tasto è stato controbilanciato con un peso appropriato, in modo che i tasti non cadessero né dalla parte posteriore e nemmeno dalla parte anteriore, ottenendo così una tastiera dal comportamento neutro: senza cioè pesi prevalenti.
Queste caratteristiche della meccanica progettata dalla ditta Alessandro Corno di Arcore, derivano dalla settantennale esperienza e dall’estrema attenzione ai più piccoli particolari di una costruzione sempre a regola d’arte.
Ogni organista che ha posato le mani sulle tastiere dell’organo di Merate, è rimasto letteralmente colpito e sorpreso dai risultati raggiunti per merito delle idee applicate all’impianto meccanico di quest’organo, che ritengo essere un unicum, un vero e proprio capolavoro dell’arte organaria italiana.
Il 2 dicembre 2016 ho tenuto una conferenza sull’organo a canne della chiesa parrocchiale di S. Ambrogio in Merate, con cenni sulla storia dell’organo e presentazione del primo organo elettronico italiano brevettato da Enrico Aletti nel 1939. Il programma si è svolto in quattro punti fondamentali prevedendo la trattazione dei seguenti argomenti:
- L’organo di Merate
- La storia e le origini dell’organo
- Cenni di tecnologia organaria
- Il libro sul primo organo elettronico italiano e sulla storia della prestigiosa ditta Aletti.
Sono qui pubblicati due articoli del dicembre 2006 sul restauro dell’organo a canne della chiesa di S.Ambrogio a Merate, apparsi su “Il Giornale di Merate”.
Per entrambi gli articoli sono state pubblicate le pagine originali dell’epoca insieme alla riscrittura completa del testo per facilitarne la lettura.
Vai al testo riscritto dell’articolo di martedì 5 dicembre 2006
Vai al testo riscritto dell’articolo di martedì 12 dicembre 2006
Il Giornale di Merate – Martedì 5 dicembre 2006
Chiesa di Sant’Ambrogio – al «Serassi» siederà il maestro Stefano Demicheli – Venerdì il concerto inaugurale del «nuovo» organo
(zsb) Toccherà al maestro Stefano Demicheli l’onore di inaugurare ufficialmente il «nuovo» organo della chiesa prepositurale. Domani, mercoledì 6 dicembre, alle ore 21, il maestro Demicheli eseguirà un ricco quanto affascinante programma di trascrizioni originali tratte da celebri brani di orchestra.
Si comincerà con l’«Ouverture» da «Rinaldo» di Haendel, per poi proseguire con il «Concerto grosso n. 8 in sol minore “fatto per la notte di Natale”» di Arcangelo Corelli e con il «Concerto 6to delle Stravaganze del Sig. Vivaldi in re minore» di Antonio Vivaldi.
La seconda parte del concerto proporrà il «Concerto grosso n. 3 op. 3 in mi minore» e il «Concerto grosso n. 4 op. 2 in re maggiore» di Francesco Geminiani e per concludere la «Ciaccona della Partita n. 2 in re minore Bwv 1004 per violino solo» di Johann Sebastian Bach (trascrizione per organo di Stefano Demicheli).
Un curriculum impressionante quello del maestro Demicheli, classe 1975, diplomato in Organo e Composizione organistica e in Clavicembalo. Al suo attivo il maestro vanta infatti prestigiose collaborazioni con rinomate orchestre e importanti direttori.
Oltre a collaborare regolarmente come solista e continuista con molti ensemble con strumenti originali, tiene regolarmente recital come partner di strumentisti e cantanti. Dal luglio 2000 è fra i docenti del Corso internazionale di Musica antica di Urbino (clavicembalo, basso continuo e musica da camera). Nello stesso anno ha fondato l’ensemble «La Tempesta» che riunisce i migliori musicisti, italiani operanti nel campo della musica antica con cui ha tenuto concerti nei più prestigiosi festival europei.
Un modo per rinvigorire il senso di appartenenza alla comunità – «Calligrafia di un restauro», storia del paziente recupero dell’antico strumento Serassi
(zsb) Vi si trova il resoconto completo del paziente lavoro di restauro e recupero funzionale dell’antico strumento della prepositurale. «Calligrafia di un restauro», questo il titolo dell’opera realizzata dalla parrocchia di S. Ambrogio in collaborazione con la Pro Merate, sarà presentato ai fedeli e alla cittadinanza tutta venerdì sera in occasione del concerto inaugurale del nuovo organo Serassi tenuto dal maestro Demicheli.
Il lavoro di restauro, iniziato nel 1999 per volere di don Felice Viasco, restituisce oggi alla comunità l’organo in tutta la sua magnificenza, strumento antico e nuovo al tempo stesso. Come ha scritto don Luigi Conti nella presentazione, il volume «accompagna alla scoperta del prezioso strumento restaurato e rinnovato chi ha la passione della storia… chi vuole coniugare la propria fede con il canto e con la musica… chiunque voglia lodare Dio e gli uomini…».
Il corpo centrale del libro è costituito dall’indagine storica di Andrea Friggi, musicista e filologo, che ripercorre gli organi e gli organisti a Merate dal Medioevo ai giorni nostri, con una vasta riproduzione fotografica di documenti di archivio.
Alessandro Corno e i suoi collaboratori, responsabili dell’opera di rifacimento, illustrano poi in modo dettagliato le varie fasi dell’intervento che ha riportato alla piena efficienza l’organo realizzato da Giuseppe Serassi nel lontano `800.
Di particolare pregio, inoltre, è la documentazione fotografica costituita da innumerevoli fotografie, tutte a colori, dello strumento. Tali immagini rappresentano un «unicum» mai visto fino ad oggi, una minuziosa descrizione visiva dell’organo a canne che per la prima volta potrà essere ammirato da tutti.
Nelle prime pagine dell’opera è inoltre pubblicata una «Tabula gratulatoria», con l’indicazione dei nomi di tutti coloro (privati, enti, associazioni e istituzioni) che hanno contribuito in maniera concreta alla realizzazione del volume.
Nell’intento di chi vi ha lavorato e lo ha voluto, il libro vuole essere un modo per rinvigorire il senso di appartenenza di tutti i meratesi alla chiesa di S. Ambrogio. In questo senso l’organo appena restaurato, il riunirsi festoso della comunità per l’ascolto la sera del 6 dicembre e la preghiera il giorno successivo, sono come una parabola educativa che rinvigorisce il senso di appartenenza alla Chiesa di Merate.
Ricordiamo, a latere, che il Coro La Torr, diretto dal maestro Giuseppe Caldirola, accompagnerà il 7 dicembre alle ore 18.30 la messa festiva per l’Immacolata concezione dedicata agli ambulanti della Fiera di Sant’Ambrogio.
Il Giornale di Merate, martedì 12 dicembre 2006
Chiesa gremita per il concerto del maestro Stefano Demicheli
(dsl) Tutto esaurito mercoledì sera per il concerto inaugurale del nuovo organo della prepositurale di Sant’Ambrogio. I cittadini hanno infatti risposto positivamente all’iniziativa organizzata dalla Pro loco cittadina in collaborazione con la Parrocchia, che conclude il lungo lavoro di recupero dello strumento musicale già avviato dall’ex parroco monsignor Felice Viasco.
L’onore delle prime note è toccato a Stefano Demicheli, il quale, pur avendo solo 31 anni, è già un musicista molto apprezzato e noto. Il maestro, diplomato in organo e composizione organistica e in clavicembalo, ha proposto un programma di trascrizioni originali da celebri brani per orchestra di Haendel, Corelli, Vivaldi, Geminiani e Bach, quest’ultimo trascritto proprio da lui.
Durante la serata è stato inoltre presentato dal prevosto don Luigi Conti anche il volume «Calligrafia di un restauro», il libro che ripercorre la storia dell’organo, a partire dallo strumento originale realizzato dai Serassi, di cui però è rimasto ben poco, sino ad arrivare all’intervento della famiglia Corno che lo ha riportato a nuovo splendore.
L’opera, ancora prima che uscisse, era già stata prenotata da molti. Chi fosse interessato può comunque contattare la segreteria parrocchiale da lunedì a venerdì dalle 16 alle 18 al numero 039.9902602. In occasione della festa patronale, la mattina seguente in prepositurale si è celebrata pure la Messa di Sant’Ambrogio, a cui hanno partecipato molti sacerdoti originari di Merate.