Ero alle ricerca di un libro per capire il funzionamento dell’organo. Dopo settimane di ricerca infruttuosa, ho trovato un riferimento al libro “L’arte organaria” di Serafino Corno. Dopo aver letto qualche recensione ed aver visto che l’autore è un organaro molto stimato, insieme alla sua famiglia, ho deciso di acquistarlo.
Video del restauro di un piccolo organo processionale di epoca seicentesca di autore ignoto.
L’idea di produrre un filmato completo che mostrasse le principali operazioni di restauro di un organo a canne che comprendesse anche il relativo restauro della cassa è sempre stato nelle nostre aspettative. Aggiungo anche che le effettive difficoltà, riscontrate in autorizzazioni e procedure di tipo burocratico-ministeriale, per quanto riguarda il restauro di organi storici posto sotto il vincolo di tutela, nel nostro Paese si è rivelata il più grande ostacolo da superare.
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che permise la costruzione del primo organo ad alimentazione elettrica d’Italia (F.lli Aletti 1903)
L’anello di congiunzione fra l’arte organaria del passato e l’arte organaria del presente.
I fenomeni elettrici e la storia dell’elettricità sono da sempre stati una mia grande passione che tutt’ora prosegue con un sempre maggiore interesse rivolto a questo campo tecnologico.
Parallelamente alla citata passione elettrica convive con lo stesso interesse e lo stesso ardore l’altra mia grande passione: quella per gli organi a canne.
Mio padre e tutta la mia famiglia sono infatti dediti da sempre a quest’arte tecnologico-musicale le cui conoscenze tecnico-pratiche provengono per una considerevole parte, dalla secolare ditta Aletti di Monza in cui mio padre Alessandro Corno (22 agosto 1926 – 19 marzo 2017) vi ha lavorato. (Vedi Fig.1)
Molti di voi si chiederanno quale nesso abbiano l’elettricità con gli organi a canne. Vi posso assicurare che se avrete la pazienza e l’interesse di leggere questa mia ricerca storica ve ne renderete conto personalmente.
La ditta Fratelli Aletti di Monza nacque nel lontano 1849 e, non riuscendosi a risollevare dopo il secondo conflitto mondiale, chiuse i battenti alla fine di Dicembre del 1947 dopo quasi un secolo di attività. (Vedi Fig.2 e Fig.3)
I restauri dell’Organo Idraulico di Villa d’Este (Tivoli) di Giulia Garompolo
Per gentile interessamento del Prof. Giorgio Farabegoli e con la cortese autorizzazione del Presidente AMMI Sig. Franco Severi nonché dell’autrice Sig.ra Giulia Garompolo, pubblico con piacere questo singolare articolo che descrive l’organo idraulico di Villa d’Este a Roma. Ritengo infatti che lo strumento e la particolarità dell’argomento siano poco conosciuti e quindi estremamente interessanti per i musicisti e per gli appassionati.
A fine pagina troverete la scansione dell’omonimo articolo che è stato pubblicato sul N°2/2019 della rivista “L’antico Organetto” edita dall’ Associazione Italiana di Musica Meccanica (AMMI).
Rivolgo i miei personali ringraziamenti alla Sig.ra Giulia Garompolo e agli amici Franco Severi e Giorgio Farabegoli.
Serafino Corno
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Recensione del prof. Eduardo Rescigno al libro “L’arte organaria” di Serafino Corno
Serafino Corno, L’arte organaria, 2019
Se dovessi indicare qual è l’aspetto più interessante di questo libro, che affronta in quasi 180 pagine il vasto tema dell’arte organaria, mi troverei molto imbarazzato. Quando, la prima volta, mi sono accinto alla lettura, man mano che i capitoli si succedevano, ne prendevo nota, e mi dicevo: questo argomento è stato trattato in modo esauriente, forse è la parte migliore del libro. Poi andavo oltre, e un nuovo capitolo suscitava un analogo interesse. E così fino alla fine, quando mi sono detto: l’autore non solo conosce bene il problema, in quanto membro di una attiva famiglia di organari attivi da molti decenni; non solo è in grado di affrontarlo con assoluta competenza; ma è anche capace di suscitare il vivo interesse del lettore porgendo la materia con grande passione, che inevitabilmente si trasmette anche a chi legge.
Prendiamo il primo argomento, con un titolo che, a prima vista, non sembra molto allettante: “Molle antiche in ottone per azionamenti organari”. Si tratta di piccoli elementi in ottone che hanno il compito di aprire e chiudere il passaggio dell’aria. Di fronte alla grandiosa complessità di un organo, un elemento che certamente non possiamo chiamare secondario – nulla è secondario nel corpo dello strumento – ma non di primo impatto, e inoltre assolutamente non visibile. Grazie alla consulenza di Francesco Viganò, apprendiamo la funzione di questo importante elemento con molta ricchezza di particolari, ma ci viene anche spiegata quella specie di insolubile dubbio amletico che l’organaro si trova di fronte affrontando il restauro di un organo antico. Le molle, sottoposte a un’usura continua anche quando l’organo non è in funzione, non svolgono più esaurientemente il compito per il quale sono state costruite, semplicemente perché la materia di cui sono fatte, l’ottone trafilato, col tempo perde elasticità. È necessario cambiarle, ma questo cozza contro l’esigenza conservativa connaturata al restauro. Che fare?
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