Tutto questo scritto e la conseguente ricerca storica sono partiti da una piccola boccetta in vetro datata 1939 (Vedi Fig.1) rinvenuta in una scatola fra il materiale storico-tecnologico di Enrico Aletti che i figli Giovanni e Angela mi consegnarono nell’oramai nota donazione effettuata nel 2009/2010.
“Anche se non potremo mai ascoltare le esatte timbriche che lo strumento di Aletti avrebbe potuto produrre secondo le reali intenzioni dell’inventore, grazie ai sofisticati mezzi informatici che l’odierna tecnologia ci mette a disposizione, tentare una verosimile – per quanto soggettiva – ‘ricostruzione virtuale’ della sua sonorità complessiva partendo dal suono-base dei generatori superstiti e restaurati (quattro di essi tuttora funzionanti), è l’idea che mi ha spinto a realizzare – anche grazie alla comprensibile ed entusiastica collaborazione del gentilissimo sig. Corno – il presente, curioso ‘esperimento’. (Maestro Roberto Rampini)